Sunday, December 4, 2011

C'era una volta in Transilvania...

ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER

Quando fanno un remake si ha sempre quella sensazione di "avete fottuto i miei ricordi". C'è un modo infallibile per riconoscere la recensione di un quindicenne brufoloso pane e nutella e un navigato nerd con monocolo e sigaro. Il navigato nerd farà citazioni, riferimenti, confronti. Il quindicenne brufoloso si limiterà a considerare il gioco così com'è, senza quella vena di nostalgia.



Dal momento che state leggendo Rabbianerd, sapete già cosa aspettarvi.

Ok adesso per qualche secondo chiudere gli occhi. Siamo nel periodo fine anni '80. Ci siete? Non esistono i CD, non esistono i DVD. Ci sono le cartuccione e i floppy da 3 pollici e mezzo.

Infilate la cartuccia nel famicon / nintendo e parte questa canzone:



A un tratto un mondo ad 8 bit dove un tizio con una frusta spacca candelabri in cerca di cuori.

Se avete riconosciuto Vampire Hunter sapete che stiamo parlando di Castelvania.

Possiamo senza dubbio dire che Castelvania è un franchising che ha fatto storia. Di certo non grosso come Mario o Street Fighter, ma sicuramente popolare, con un grosso range di appassionati.

In castelvania si vestivano i panni di Simon Belmont, cacciatore di Vampiri, incaricato di uccidere Dracula. Nel perfetto stile anni 80 si ci scontrva contro boss trash come il mostro di frankestein, il tetro mietitore, la testa di medusa e Dracula stesso.

Tuttavia i mostri più fastidiosi erano sen'altro pipistrelli, bone pillar e le fottute scale (andatevi a guardare lo speciale di AVGN per maggiori spiegazioni).

Castelvania, come i la maggior parte dei giochi anni '80 - '90, non aveva pretese di trama. Il solo scopo era offrire una sfida (nella maggior parte dei casi una sfida parecchio impegnativa) ai giocatori.

Sono pronto a scommettere che un giocatore normale, dei giorni nostri, non riuscirebbe a finire il primo Castelvania.

Cosa ci propone la versione moderna?

Beh innanzitutto una trama.
Non c'è gioco moderno che non ne abbia una. I giocatori non sono più spinti dal desiderio fine a se stesso di finire il gioco e uccidere il boss finale ma dall'evolversi della trama. Nel caso di Castelvania Lord of the Shadow se ne poteva anche fare a meno. Infatti è abbastanza banale.
Gabriel Belmont (non si capisce che razza di parentele abbia con la famiglia Belmont del gioco originale) è un orfano raccolto da un fantomatico "order of the light", una sorta di monaci guerrieri o qualcosa del genere.
Gabriel incontra durante la sua adolescenza Marie, una ragazza che diventerà la sua futura moglie. Marie muore in circostanze non meglio precisate e Gabriel parte in cerca di vendetta e con una flebile speranza di riportare in vita l'amata. I tre Lord of the Shadow hanno un pezzo di una maschera divina che assicura al suo possessore poteri illimitati.

Beh insomma... si poteva fare molto meglio.

Come nella tradizione si comincia da un villaggio in difficoltà. E' notte e contadini con torce e forconi accolgono il nostro eroe. A quanto pare si aspettano il peggio. Ma adesso che c'è un membro dell'ordine della luce, forse hanno qualche possibilità. Ed ecco che ad un tratto, lupi mannari ovunque.

Aspetta un attimo...
Lupi mannari?

Ma è Castelvania o un fottuto film di Twilight? Dove sono i pipistrelli? I vampiri? I fottuti bone pillars?
Uhmmmmm beh vediamo...

Si picchiano i lupi mannari e dopo un po' fa la sua comparsa un Warg, una sorta di incrocio tra un lupo e un orso. Una volta spiedato il warg con un palo acuminato, Gabriel si avventura nella foresta.
Nella foresta abbiamo sempre i soliti lupi mannari e una sequenza in groppa a un cavallo magico... VOLAAAAAAAAAAA MIO MINI PONYYYYYYYYYYYY...
Uhmmmmmm...

Va beh...

Una volta che passiamo il primo tratto di foresta, veniamo avvertiti dalla voce narrante che dobbiamo attraversare le paludi. Uhm ok, suppongo. Le paludi sono infestate da goblin. Lupi mannari, adesso i goblin. Forse sono in D&D non in Castelvania. Ok si va a spasso per le paludi, dove si ci incontra anche con acque melmose e degli esseri che cercano di afferrare gabriel. A un certo punto, ecco una cappella. Nel mezzo della palude si. C'è anche un piccolo cimitero. Non facciamoci domande sul perché o percome ci sia una cappella nel mezzo del fottuto nulla ed entriamo. C'è un'apertura a forma di croce nel quale Gabriel può inserire la sua arma e avere un upgrade. In questo caso un uncino con il quale aggrapparsi alle sporgenze e afferrare i nemici. L'uncino è un elemento tratto da Castelvania 4 ovviamente ed è un gradito ritorno. Aggiunge profondità al gioco e più liberta di manovra durante i combattimenti. In alcune fasi usare l'uncino per cominciare una air combo sui nemici è praticamente indispenabile. Ovviamente ci sono anche nemici più grossi che non possono essere trascinati, ma l'uncino si rivela anche indispemsabile in alcuni combattimenti scriptati nei quali è necessario usarlo per aggrapparsi al boss di turno e finirlo.

Beh comunque una volta attraversata la foresta, ci troviamo al santuario di Pan. Pan? Se hanno messo la medusa nel primo Castelvania, perchè non Pan. Ok Pan. Il satiro però non è un nostro nemico. Ci da alcune dritte e la possibilità di comunicare con Marie la quale è un tramite tra il divino e il nostro eroe. E' Marie che dice a Gabriel che deve sconfiggere i tre signori delle ombre per salvare il mondo. Dopo una boss battle con una sorta di golem gigantesco, ci tocca trovare il passaggio alla città perduta. La città perduta è un inferno di scale, pareti da scalare, pozzi e via dicendo. I livelli in genere sono abbastanza corti ma interessanti. Un livello dura molto poco, circa 15 - 20 minuti di gioco, non aspettatevi quindi roba da un'ora come nei primi Tomb Raider. Tuttavia alcuni livelli non proprio lineari potrebbero prendere qualcosa di più. Alle volte ci verrà richiesto di trovare alcuni oggetti per proseguire.

Durante la visita alla città perduta troviamo uno dei personaggi comprimari, Giulia, una ragazza accompagnata da una sorta di armatura animata. Non c'è molta interaazione con questo personaggio. Giulia si limita a dare consigli e a farsi uccidere da Gabriel alla fine del capitolo.

Alla fine della città perduta si ci trova ad affrontare il primo Lord of the Shadow che come nella classica tradizione di Castelvania ha due forme. La prima semiumana, la seconda decisamente licantropesca.

Una volta che il primo boss è schiattato si deve procedere per la terra dei Vampiri. Vampiri finalmente!
Le cose cominciano a farsi interessanti. Ci troviamo in una roccaforte abbandonata abitata da un gigante. La sua presenza viene svelata solo nella parte finale del livello, quando si ci trova ad affrontarlo. Non è un boss difficile di certo, ma è una battaglia cruenta e soddisfacente. Il gigante viene accecato e infine impalato con una guglia, dopo che Gabriel gli arpiona la lingua!

Altro giro, altra scalata, altro boss, questa volta un corvo gigante.
Malpas è presente in altri castelvania, ma questa reincarnazione è senza dubbio triste. Il boss si limita a spararci in faccia delle uova che generano dei corvi umanoidi e fare picchiate.

Bisogna mezionare che tuttavia sconfiggere il boss sia un chiodo in culo, non perché difficile in se, ma perché è richiesto un buon temmpismo per arpionare le uova e rispedirle al mittente. Inoltre il movimento rotatorio richiesto per l'azione non ci aiutà, i controlli in questo caso non sono precisissimi.

Una volta sconfitto il crovo si procede nella terra dei Vampiri dove si reincontra Zobek. Zobek sembra una copia di Sean Connery, senza dubbio un personaggio carismatico. Gabriel e Zobek si aprono la strada in mezzo a ghoul e vampiri fino a raggiungere il castello si Carmilla, un altro Lord of the Shadow. In questi livelli si respira tutta l'atmosfera di Castelvania, assaliti da vampiri, zombie, armature animate e scheletri.

Inoltre ci sono sequenze di scalate tra una guglia e l'altra, spettacolari passaggi sospesi e una selva di torri. Lo scenario è senza dubbio evocativo.

Una volta sconfitta Carmilla si procede allo scontro finale con il signore dei necromanti. Gli scenari per arrivare qui variano parrechio. Abbiamo paesaggi invernali, un villaggio in rovina, un carrilon (!!!) e infine una sorta di follia sospesa in aria, con tanto di portali, biforcazioni, salti e scalate.

Alla fine farà la sua ricomparsa Zobek, che altri non è che il signore dei necromanti in persona. Tuttavia Zobek non è il mostro finale. Il mostro finale nientemeno è Lucifero, il principe infernale in persona. Stranamente Lucifero ha una sola forma e, a parte qualche sequenza fastidiosa, è facile da battere.

Nel complesso Castelvania è un gioco godibile. La prima parte è merda pura. Poco interessante, poco complessa con parti tediose. Il gioco comincia a brillare nel momento in cui si arriva alla città perduta. Inoltre man mano che si procede nel gioco, le azioni di Gabriel aumentano. Ottenendo delle requilie dai boss uccisi ha la possibilità di fare salti doppi, sprint e via dicendo.

La cosa è anche un po' triste, l'inizio fa così schifo perché le azioni di Gabriel sono veramente ristrette. Solo dopo aver preso un po' di upgrade il gioco diventa interessante. Un'altra cosa deludente sono gli upgrade per le armi secondarie. Abbiamo i soliti pugnali e acqua santa, accompagnati da delle inutili fatine che in teoria servono a distrarre i nemici ma in pratica non servono a niente e un cristallo che evoca un demone (questo si fottutamente efficace, funziona come una sorta di smart bomb che pulisce lo schermo dai nemici minori e danneggia molto i boss). Ma stavo parlando degli upgrade. In pratica si tratta di slot aggiuntivi per portare più armi, quindi niente di che. Il fatto è che è possibile ottenere questi upgrade solo DOPO aver ottenuto certe reliquie. Per poter ad esempio prendere l'upgrade per l'acqua santa è necessario avere il paletto di frassino e in alcuni casi le ali. Ma le ali si possono ottenere solo dopo aver sconfitto Carmilla. E l'acqua santa è più utile proprio nei livelli con i vampiri.
Quindi a cosa mi serve aver l'upgrade DOPO che ho finito quei livelli?
Inoltre perché per avere un upgrade mi devo rigiocare TUTTO il livello precedente? Non era meglio disseminarli in punti segreti più o meno nascosti ma senza avere il bisogno di oggetti particolari?

Come note positive abbiamo che il level design, cancellando i primi noiosissimi livelli, è in genere ben fatto e le scalate sono emozionanti e divertenti. Alcune delle boss fight fanno schifo (come quella già citata con Malpas) altre sono invece molto divertenti, come ad esempio quella con il gigante o con il cuoco zombie. Per lo più i combattimenti più divertenti sono quelli contro i mini boss che i boss veri e propri. Alcuni boss (tre per dire la verità) consistono in enormi mostri da scalare. Non è possibile colpirli direttamente ma è necessario distruggere le rune situate in alcuni punti. Queste sequenze, se non propriamente noiose, non sono neanche così divertenti dal momento che si tratta alla fin fine di arrampicate in cui bisogna premere dei tasti nel momento giusto.

Parlando di premere tasti, un'altra cosa che ho trovato fastidiosa è il fottuto abuso di sequenze scriptate in cui bisogna premere il tasto giusto al momento giusto.
Ok, vogliamo mettere tante scene d'intermezzo? Ci può stare, ma non costringetemi a stare con la mano sul pulsante perché qualche idiota ha pensato che era il momento giusto per farvi premere qualche pulsante.
Alcune sequenze mi hanno ricordato Dragon's Lair e a me i laser game non mi sono mai piaciuti.

Infine l'epilogo è un po' scialbo. Gabiel prende la maschera e scopre che non da poi un potere illimitato ma permette di vedere il mondo con gli occhi di Dio. Una mezza bufala made in Napoli insomma.
Marie rimane morta e Gabriel si considera redento dei crimini di cui si è macchiato in precedenza.
Dopo i titoli di coda c'è una sequenza in cui rivediamo Gabriel diventato un vampiro e la ricomparla di Zober / Signore dei Necromanti. Ma non era stato arrostito da Satana? In apparenza no. Il perché Gabriel diventi un vampiro è spiegato in un DLC ma ma cosa sembra abbastaza forzata. Sicuramente nel seguito Gabriel vamprio avrà uno stile di gioco molto simile a quello di Alucard della serie originale.
Inoltre Gabriel afferma di essere Dracula, cosa che si discosta dal canon della serie originale, dove la famiglia Belmont è una nota famiglia di cacciatori di vampiri.

In linea generale, Castelvania si fa giocare. Non è un dieci e lode, direi più un sette e mezzo o otto pieno se si riescono a dimenticare gli orribili livelli iniziali.

No comments:

Post a Comment